adesso che sono vivo
e posso vederti, posso abbracciarti.
Tu non mi fai recintare la luce,
non mi fai dire cose già concluse.
A volte mi chiedo
che amicizia sarebbe la nostra
se tu non fossi mio figlio.
ti scrivo per dirti
che il mio amore per te è scandaloso
e voglio che sia chiaro a tutti,
voglio che sia detto senza reticenza:
il mio amore per te
non è l'amore di chi ha paura della solitudine
non è il patto tra due che vogliono ferirsi.
Tu puoi andare e restare
leggere, suonare, credere a chi vuoi.
Io ti dono questo mio stare sparso
e conficcato dentro uno spavento
che non passa.
Averti vicino è un soffio di bene,
è qualcosa di più
della paura che abbiamo in ogni cuore.
Come fai ad essere così forte
tu che sei figlio di un tremore?
*** Franco ARMINIO, 1960, poeta, scrittore, ‘paesologo’, Lettera a Livio, 'facebook', 28 agosto 2016, qui
Franco Arminio
(foto di Mario Dondero)
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