Quella frase l’ha ripetuta sei volte. In radio, in tv e sui giornali. Ed era una frase bella. Semplice. Rivoluzionaria. Era uno schiaffo in faccia alla vecchia politica. Era un concetto altruista e generoso.
Oggi, però, sappiamo che era fasullo. Matteo Renzi non lascia la testa del Partito democratico. “Se perdo troveranno un altro premier e un altro segretario”, aveva scandito davanti alle telecamere di Virus. “Se non passa il referendum la mia carriera politica finisce. Vado a fare altro”, aveva garantito a Radio Capital. “Io non sono come gli altri”, aveva giurato al Messaggero. “Torno a fare il libero cittadino”, aveva confermato a un Bruno Vespa troppo navigato per non essere perplesso.
Così, mentre nel nome di Renzi l’Italia prova a darsi un nuovo governo, sui taccuini dei cronisti resta solo quel crescendo rossiniano di promesse e spacconate destinato a segnare per sempre la sua carriera e le nostre vite. (...)
*** Peter GOMEZ, giornalista, saggista, direttore di 'ilfattoquotidiano.it', Matteo Renzi: “Me ne vado”, disse. Ci avevamo creduto perfino noi, 11 dicembre 2016
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