domenica 6 marzo 2016

#SENZA_TAGLI / Bambini, no alla iperstimolazione (Elisabetta Rossini, Elena Urso)



In questo caso succede proprio come agli adulti: seguire troppi stimoli stordisce, disorienta e ostacola il benessere.

Proviamo a pensare a come ci sentiamo noi quando riceviamo molteplici sollecitazioni: sentiamo fastidio, spesso irritazione e insofferenza. Lo stesso avviene nei bambini con in più un senso di confusione e smarrimento.
Infatti noi siamo in grado di distinguere tra stimolo utile e inutile e di scegliere velocemente a cosa prestare attenzione. I bambini invece devono affinare questa capacità, anche perché tutto suscita curiosità in loro.

Un esempio comune: noi adulti siamo in grado di mangiare mentre guardiamo la televisione (anche se è dannoso anche per noi!); i bambini spesso si incantano, perché sono attirati da ciò che guardano e si “dimenticano” di mangiare. Televisione e musica sempre accese creano un rumore di fondo artificiale e impossibile da decodificare. Dobbiamo offrire ai bambini anche il silenzio, perché così impareranno a trovare gli stimoli dentro di sé, invece di aspettarli solo dal mondo esterno.
Inoltre nell’apprendimento l’iperstimolazione ha un effetto controproducente, perché provoca confusione e determina una conoscenza molto superficiale: offrire troppo e troppo presto non solo è inutile, ma è dannoso per lo sviluppo.
Occorre quindi dare tempo ai bambini per interiorizzare bene ogni nuova scoperta ed elaborare in modo permanente le nuove esperienze. Anche per questo i bambini sono ripetitivi, perché ciò consente loro di padroneggiare con sicurezza le conoscenze appena fatte.
Come incoraggiarli?

Lasciamoli liberi di autoregolarsi. Per esempio, fino ai 4 circa i bambini cambiano gioco spesso quando non ne sono più interessati e sanno molto bene cercare autonomamente nuovi stimoli se sono lasciati liberi di farlo.
Lasciamo ai bambini pochi giochi a portata di mano e cerchiamo di offrire loro giochi semplici. Giochi elettronici o molto sofisticati hanno come effetto esclusivamente una stimolazione esterna che lascia poco spazio alla scoperta, alla concentrazione e all’attenzione. Ciò di cui i bambini hanno bisogno è il gioco libero e immaginativo.
Evitiamo di sovraccaricarli. Dalla scuola materna in poi, calibriamo bene le attività extra scolastiche per esempio. Un paio di pomeriggi a settimana sono più che sufficienti per incoraggiare talenti vari.

Spesso ci dimentichiamo che tutto per i bambini è occasione di apprendimento: una passeggiata per strada o al parco con mamma e papà, durante la quale si chiacchiera o si osserva ciò che abbiamo attorno; giocare con gli amici da cui si imparano un sacco di cose; leggere storie a casa da soli o con i genitori… 

Ricordiamoci che gli stimoli migliori per un bambino sono l’amore, l’attenzione e le cure dei genitori!
Solo conoscendo un po’ per volta il mondo che li circonda e soffermandosi sulle nuove conoscenze, i bimbi possono imparare a capire cosa amano o non amano fare; come è fatta o funziona una determinata cosa; come si costruiscono le relazioni e così via. Ma questo può avvenire solo se il mondo è presentato loro poco alla volta e al momento giusto: prima di conoscere l’esterno, i bambini devono poter conoscere e ascoltare il proprio mondo interno.

Ricordiamoci sempre che i bambini non sono vasi da riempire, ma potenzialità da liberare.

*** Elisabetta ROSSINI, Elena URSO, pedagogiste, Iperstimolazione, 'consulenza familiare', qui

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