Le persone che fanno parte della fascia più bassa della società vivono in condizioni ambientali sfavorevoli. Le malattie che dipendono di più dalle disuguaglianze sociali sono legate all’abuso di fumo e alcol, tra cui cirrosi epatica e tumore al fegato e al polmone, oppure ai rischi professionali, come infortuni sul lavoro e malattie respiratorie croniche.
I più poveri e i meno istruiti si ammalano di più, guariscono di meno e muoiono prima. Non è un luogo comune, ma una tesi scientificamente dimostrata in molti studi.
Uno di questi lo ha redatto Giuseppe Costa, professore di Sanità pubblica all’università di Torino.
Nel suo “L’equità nella salute in Italia. Secondo rapporto sulle disuguaglianze sociali in sanità” (Franco Angeli, 2014) sono numeri ben precisi a documentare come chi sia più dotato di risorse e opportunità socioeconomiche tenda a presentare un profilo di salute più sano.
«Basta un dato – dice il professore – quello relativo alla speranza di vita. Chi si trova in una condizione di svantaggio sociale vive 6-7 anni in meno. Un operaio non qualificato, ad esempio, ha una speranza di vita inferiore rispetto a un dirigente». (...)
*** Generoso SIMEONE, giornalista, saggista, già responsabile ufficio Stampa della casa della Carità, Salute, diritto per tutti, blogdetenis, 7 giu2015
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