Lo «spirito della resistenza» impone analisi critica, scelte etiche, rifiuto d’ogni gesto servile, contegno serio; e non è l’abito prevalente: brulicano gli automata o golem, alias homunculi d’una leggenda rabbinica. Parlano in filastrocche: ogni mattina l’organo dell’eloquio collettivo ne elabora una o ribadisce la precedente con eventuali varianti; l’homunculus la recita, mettendovi la mimica. L’importante è che niente tradisca l’ombra d’un pensiero. Pensare è vizio progressivamente estirpato da meticolose cautele linguistiche, affinché i detentori del potere lo esercitino tranquilli, e siamo a buon punto nell’addestramento dei sudditi al sonno loquace. Altrettanto pericoloso l’abito morale, implicante dubbi, dissensi, scelte divergenti dall’organo regolatore. L’Ordine è categoria fascista fondamentale. Inutile dire quanta ipocrisia vi regni. L’homo mechanicus, nel senso attivo, è manager politicante, circondato da uno staff, manipolatore d’audience, dedito ad anglismi più o meno fini, in posa e gesto verbale studiati come calcasse una scena. Mette le mani nella Carta ritoccando i meccanismi legislativi, e siccome diffida della rappresentanza popolare, affiderà ai partiti la nomina dei deputati. Il precedente non conforta: nel fascismo trionfante una legge 19 gennaio 1939 n. 129 liquida l’ultimo residuo della forma democratica abolendo la Camera dei Deputati; la sostituisce una Camera dei Fasci e delle Corporazioni (i cui voti sono sempre palesi); ed è consesso fluido, continuamente rinnovato, i cui mille componenti tra effettivi e aggregati, sono tali in virtù della carica nel partito o in una delle ventidue corporazioni. Nel cosiddetto Italicum il partito crea i deputati formando le liste: all’elettore resta una scelta marginale, quando l’esito elettorale smentisca le previsioni del mechanicus, al cui beneplacito l’eletto deve l’essere entrato a Montecitorio e l’eventuale futura conferma. Con tanti golem ubbidienti, partito e governo vanno sul velluto. Rifioriscono rumorose retoriche. Nella gnoseologia dell’allora «cultura popolare» ogni fatto constatabile contava meno delle cose dette in date forme (ad esempio, che l’Italia fosse un formidabile impero). Dopo le messinscene berlusconiane, italiani diseducati al pensiero riscoprono taumaturghi mussolinoidi.
*** Franco CORDERO, 1928, giurista, scrittore, saggista, professore emerito presso la facoltà di Giurisprudenza dell'università La Sapienza di Roma, Gli strateghi confabulano, 'MicroMega', Almanacco di storia, Ora e sempre Resistenza, 3, 2015
*** Franco CORDERO, 1928, giurista, scrittore, saggista, professore emerito presso la facoltà di Giurisprudenza dell'università La Sapienza di Roma, Gli strateghi confabulano, 'MicroMega', Almanacco di storia, Ora e sempre Resistenza, 3, 2015
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