Ci sono mestieri che si fanno.
Altri che si è.
Dipende.
Se ci 'risuonano dentro'.
Si chiama vocazione.
Una parola da recuperare. Laicamente.
Essere medici o fare i medici?
Essere preti o fare i preti?
Essere psicologi o fare gli psicologi?
Senza vocazione, possiamo solo fare.
Non insegnava niente.
Solo faceva nascere dentro una gran voglia di imparare.
Si chiama vocazione.
Non si vedeva. Si sentiva.
In inglese c’è una sola parola. Job. Significa lavoro e posto di lavoro.
Noi distinguiamo.
Così non abbiamo difeso né l’uno né l’altro.
«Ha trovato lavoro?»
«Sì. Fa il burocrate»
«Ma lo fa bene o male?»
«Sta imparando. Migliora. Ci mette passione»
«Allora non c’è speranza»
«…?»
«Non lo fa. E’»
Dal lavoro che uccide la salute.
Alla salute che uccide il lavoro.
Dalla padella alla brace. Per non essere usciti dalla padella per tempo.
Senza lavoro.
Senza imprese.
Senza consumi.
Quando saremo tutti bocconi (minuscolo), chi pagherà le tasse?
Si svegliò una mattina molto risoluto.
Decise di non fare più nulla.
Ma gli parve troppo faticoso.
Da anni era sbronzo. Di lavoro.
Quando capiremo che il problema del lavoro non è 'un' lavoro, ma un lavoro 'decente', smetteremo di produrre precarietà.
La retorica della passione.
Mi piacerebbe vedere un manager o un consulente.
Mentre fa un lavoro cretino.
Se è appassionato.
Incontentabili. Vogliono che gli diamo il lavoro.
E in più che li paghiamo.
*** Massimo Ferrario, anche in 'Rivista di Direzione del Personale', 2014
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