Non avverrà. Non può avvenire. Certamente il Paese si solleverà contro la decisione del Viminale di deportare come schiavi gli stranieri che a Riace hanno trovato una nuova vita dopo indicibili sofferenze, migrazioni, privazioni. Certamente interverrà il Presidente della Repubblica, interverranno le istituzioni, per evitare che il beneficio di una comunità nuova, che ha ridato vita a un Paese morto, venga azzerato. E che si ritorni ad avere persone che non sanno dove andare e paesi morenti che invece di ospitarle si estinguono.
E non c'entra niente che Lucano abbia fatto errori o debba pagare il fio di distrazioni o infrazioni. Se avesse frodato per arricchirsi, o per generare per sé o la sua famiglia vantaggi di potere, sarei tra gli inflessibili. La legge va salvaguardata, sempre, e rispettata. E deve fare il suo corso senza ottusità ma anche senza sconti.
Ma Mimmo Lucano ha generato benefici per il territorio abitualmente devastato della Locride 'ndranghetista, per tante persone che hanno sofferto, per il suo paese morente. Ha dimostrato che una via di integrazione c'è. E ha soprattutto testimoniato che se vuoi fare davvero qualcosa devi rischiare, devi giocartici tutto. Se c'è una cosa che distrugge la nostra comunità sono quelli che se ne stanno seduti al tavolino tutto il tempo, i "pesi morti", e poi giudicano chi invece si adopera.
Per questo è naturale stare dalla parte del Sindaco di Riace e della sua visione di integrazione e benessere. Almeno per quelli che vogliono restare degli esseri umani.
Dunque questo è un confine. Una linea di demarcazione definitiva.
Se la superiamo sarà discesa libera verso la decadenza definitiva. Se restiamo al di qua abbiamo ancora speranze di farcela.
*** Simone PEROTTI, scrittore, facebook, 14 ottobre 2018, qui
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