Certo, le agenzie di rating, la Ue, le istituzioni che vigilano sui conti e validano la legge di bilancio.
Certo, il rischio di default economico.
Se ne preoccupano tutti: sia quelli che se ne preoccupano, sia quelli che strumentalizzano le preoccupazioni, sia quelli che negano ogni preoccupazione.
L'argomento, lo ammetto, è cruciale.
Ma io sono angosciato da altro.
E per questo altro, non ci sono agenzie di rating.
Solo noi, ci saremmo: se ci fossimo.
Mi chiedo: chi si preoccupa del lento, continuo, crescente, inesorabile quotidiano smottamento di principi, valori, ideali che fanno umano l'umano?
Qualcuno avverte il rischio, sempre più incombente, di default culturale, sociale, valoriale?
Forse non lo avvertiamo perché, appunto, siamo già smottati.
Quando si perdono le categorie che definiscono le categorie (umanità, civiltà, convivenza, democrazia, rispetto della dignità delle persone...), si perde tutto.
Anche la possibilità di capire che si è finiti dove si è finiti. E che, senza un colpo di reni (oggi, subito: perché domani il colpo di reni potrebbe non bastare più), lo sprofondamento sarà inarrestabile.
Acquisire consapevolezza di questo unico, vero, drammatico pericolo è una speranza sempre più disperante.
Viene da domandarsi se faremo ancora in tempo ad assicurare a noi stessi, ma soprattutto ai nostri figli e nipoti, un'aria ecologicamente respirabile: composta non solo da due parti d'acqua e una di ossigeno, ma da principi, valori e ideali ispirati ad una cultura aperta, includente, generativa.
In cui l'uomo possa essere uomo all'uomo. E non bestia, più bestia delle bestie: le quali almeno non hanno colpa di essere bestie.
*** Massimo Ferrario, 'Default valoriale', uno smottamento progressivo, per Mixtura
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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