Indifferenza, solitudine, pietà.
Alla promulgazione delle leggi razziali, nel 1938, il mondo intorno a noi rimase indifferente.
Eppure eravamo persone oneste, con l’unica colpa d’essere nate.
Io avevo 8 anni.
Era una sera d’estate. Mio padre mi prese da parte e mi disse che non sarei più potuta tornare alla scuola elementare Fratelli Ruffini, perché ero ebrea. Avevo finito la seconda, aspettavo di andare in terza.
Le mie amichette mi segnavano a dito per strada, senza pietà.
È importante, la pietà. Per chi la prova e per chi la riceve.
*** Liliana SEGRE, 1930, senatrice a vita, intervistata da Stefano Lorenzetto, Tipi italiani - Liliana Segre, 'il Giornale', 22 marzo 2009, qui
via facebook, 5 settembre 2018, qui
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