“Fanno il Daspo ai tifosi, va fatto il Daspo ai politici che prendono le tangenti: mai più” (7.5.2014).
Se la vicenda Eternit è un reato ma prescritto, vuol dire che bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione: non ci deve mai più essere l’incubo della prescrizione” (20.11.2014).
“È da troppo tempo che stiamo aspettando una riduzione del numero dei parlamentari, l’abolizione dei vitalizi, la riduzione delle spese di Camera e Senato e naturalmente una legge sulla corruzione che sia più dura” (12.10.2012).
“La Tav rischia di essere un investimento fuori scala e fuori tempo… Iniziative come la Torino-Lione non sono dannose, sono inutili. Sono soldi impiegati male… Prima lo Stato uscirà dalla logica ciclopica delle grandi infrastrutture e si concentrerà sulla manutenzione delle scuole e delle strade, più facile sarà per noi riavvicinare i cittadini alle istituzioni. E anche, en passant, creare posti di lavoro più stabili” (maggio 2013).
“Sui migranti rischiamo l’esplosione per colpa dell’Unione europea” (16.9.2016).
“I numeri dell’immigrazione oggi non sono sostenibili” (27.6.2017).
“Ci dev’essere un numero chiuso di arrivi, non ci dobbiamo sentire in colpa se non possiamo accogliere tutti… I migranti aiutiamoli davvero a casa loro… C’è un limite massimo di persone che puoi accogliere, è impensabile che tu possa accogliere tutti” (7.7.2017).
“Noi non abbiamo il dovere morale dell’accoglienza: sarebbe un disastro etico, politico e sociale…” (2.9.2917).
“Il rimpatrio non è un tabù. Chi ha diritto all’accoglienza dev’essere accolto, ma l’Italia non è il Paese dei balocchi… Occorre trovare una giusta via tra la paura e la superficialità e il cedimento strutturale al buonismo. Guardo alla sinistra di quest’aula: non possiamo avere più paura del concetto di rimpatrio” (24.6.2015).
“Difendiamo l’Europa dall’assalto della tecnocrazia, dei banchieri e dei burocrati” (5.7.2014).
“In Europa non vado a dire ‘per favore ascoltateci’ col cappello in mano. Non vado a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare” (4.11. 2014).
“Se restiamo fermi, prigionieri di regolamenti e burocrazie, l’Europa è finita” (6.7.2015).
“Il centrosinistra, per cacciare Berlusconi, ha fatto leva anche sull’Europa, permettendole di entrare in casa nostra… Non accetto che l’Italia sia trattata come una studentessa indisciplinata da rimettere in riga. È un atteggiamento che fa male all’Europa, che, da speranza politica, diventa guardiana antipatica” (9.7.2017).
“L’Italia ha smesso di crescere quando ha abbracciato la filosofia, tipicamente europea, del rispetto di parametri” (28.7.2015).
“Basta con i professionisti europei dello zero virgola! Se vogliono aprire una procedura contro l’Italia, facciano pure: noi andiamo avanti!” (1.2.2016).
“C’è un pregiudizio di alcuni dirigenti europei, come il presidente dell’Eurogruppo, che alle elezioni ha preso il 5%, nei confronti dell’Italia: bisogna rendersi conto che di Fiscal Compact e di austerity l’Europa muore” (10.7.2017).
“L’avvento scriteriato del Fiscal compact nel 2012 fa del ritorno agli obiettivi di Maastricht (deficit al 3% per avere una crescita intorno al 2%) una sorta di manifesto progressista. L’Italia deve porre il veto all’introduzione del Fiscal compact nei trattati e stabilire un percorso a lungo termine… via libera al ritorno per almeno 5 anni ai criteri di Maastricht col deficit al 2,9%. Ciò permetterà al nostro Paese di avere a disposizione almeno 30 miliardi nei prossimi 5 anni per ridurre la pressione fiscale e rimodellare le strategie di crescita… Abbiamo bisogno di abbassare le tasse. Punto” (9.7.2017).
*** Matteo RENZI, ex presidente del Consiglio, ex segretario Pd, citato da Marco Travaglio, Senti chi parlava, 'Il Fatto Quotidiano', 20 maggio 2018
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