Le tue impronte, di pestare le bietole
Lungo gli arbusti rossi: per sempre
Dimenticherò il covone dei tuoi capelli d’avena.
Meravigliosa eri e dolcissima;
Il sangue delle bacche sulla pelle,
Somigliavi a una distesa raggiante
Sotto il tramonto rosa.
Poi sono appassiti gli acini dei tuoi occhi;
Il tuo nome si è spento, friabile come un suono.
Ma nelle pieghe dello scialle ti è rimasto forse
L’odore delle mani innocenti, odore di miele.
E verso sera, nell’ora del silenzio, quando il sole
Sul tetto sembra un gattino intento a lavarsi il muso con la zampa,
I vortici dell’acqua mi sussurrano di te miti parole
E la loro voce trema nel vento.
O almeno qualche volta la sera turchina
Mi dica che tu sei musica e sogno.
Anche se colui che ti plasmò così, sinuoso il fianco e le spalle,
Ha baciato il tuo splendente mistero.
Non più vagabondo, smetterò di cercare
Le tue impronte, di pestare le bietole
Lungo gli arbusti rossi: per sempre
Dimenticherò il covone dei tuoi capelli d’avena.
*** Sergéj Aleksándrovič ESENIN, 1895-1925, poeta russo, Non più vagabondo, smetterò di cercare, da Azzurro, 1915-1916, in Russia e altre poesie, Dalai editore, 2007, traduzione di Curzia Ferrari
Anche in 'statodonna', 9 ottobre 2015, quihttps://it.wikipedia.org/wiki/Sergej_Aleksandrovi%C4%8D_Esenin
Arnaldo De Lisio, 1869-1949
In Mixtura i contributi di Sergéj Aleksándrovič Esenin qui
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