Questo mantra sul ‘governo del cambiamento’ che è di per sé sempre buono (e, se eccepisci, sei ‘contro il popolo’, inteso come divinità assoluta e incontestabile) non è nuovo.
In genere chi lo brandisce finisce come Renzi.
Il che non sarebbe una cosa del tutto cattiva se non fosse che con lui ci siamo finiti pure noi.
E ora ci apprestiamo ad un’altra fine, tra simile e peggiore.
Più che sprecare parolone retorico-stucchevoli, come ‘storia’ o ‘rivoluzione’ o 'terza repubblica', sarebbe il caso di saper scegliere, intanto, tra i ‘curricula’ dei candidati a ruoli cruciali, quelli non 'gonfiati' dalla vanità degli scriventi: più stringati, precisi e non troppo abbelliti.
E magari, in questo specifico caso, più congrui con il ruolo di presidente del Consiglio da assegnare, non potendo essere il prescelto un semplice ‘esecutore’ di un ‘programma/contratto’ scritto e negoziato da altri, spacciato per ‘unico leader’ del governo e venduto come di per sé taumaturgico per tutti i mali che ci siamo tirati addosso in questi anni.
Infine sarebbe corretto, specie per chi ha giustamente difeso a spada tratta la Costituzione da coloro che la volevano vergognosamente sfregiare, rispettare le prerogative del Presidente della Repubblica: che proprio in base alla Carta non è chiamato (non dovrebbe essere chiamato) a 'ridurre' la sua funzione a ruolo notarile che si limita a dover firmare a scatola chiusa, e chinando il capo, tutto quello che gli viene presentato/imposto.
Ma evidentemente fare questo è banale. E sarà per la prossima volta.
Se e quando faremo, sul serio, il 'cambiamento'. Partendo da 'ethos' e rispetto costituzionali.
E senza prima aver urlato ai quattro venti le mirabilie che inaugureranno la 'terza repubblica', quando non abbiamo ancora finito di operare bene nella prima.
Per il momento, con l'incarico appena assegnato a Giuseppe Conte, auguri a tutti. A lui e a noi.
*** Massimo Ferrrario, Nuovi incarichi e 'governi del cambiamento', per Mixtura
#BREVITER / MasFerrario, facebook, 23 maggio 2018
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