L'idea che sia in alcun modo democratico, o più democratico, un voto online
- di qualche decina di migliaia di iscritti su 11 milioni di elettori
- su un testo complesso di 58 pp. senza riassunti, compendi, spiegazioni (i gazebo per spiegarlo si faranno dopo, che senso ha?)
- senza preavviso, in 24 ore, e dunque senza poterci riflettere più di tanto
- su una piattaforma ri-bocciata, pur se parzialmente, dal Garante Privacy solo due giorni fa dopo svariati hack che ne avevano esposto le molteplici falle
a me appare, francamente, ridicola.
*** Fabio CHIUSI, giornalista e saggista, 18 maggio 2018, qui
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