giovedì 2 febbraio 2017

#MOSQUITO / Dono, potrebbe cambiare la società (Genevieve Vaughan)

Può cambiare la società attraverso il dono? Sì, perché donare dà valore all’altro e crea relazioni positive, attraverso la soddisfazione dei bisogni. Salda i legami, favorisce la comunicazione e accresce il significato, oltre che la sicurezza stessa di una comunità. Lo scambio invece separa e divide le persone. Pensateci: se tutti praticassero l’economia del dono non avremmo più bisogno di scambiare cose utili con altre cose utili, che poi è il paradigma delle nostre relazioni, oltre che della nostra economia.

Molte società del passato si basavano sul dono. E le comunità indigene praticano da sempre il cosiddetto ‘scambio simbolico dei regali’, ricavandone notevoli vantaggi economici. Anche nel mondo occidentale contemporaneo ‘offrire’ ha una sua funzionalità: nascosta oppure inconscia. La pratichiamo senza rendercene conto, relegando questa azione alle donne, piuttosto che a certe occasioni. Per esempio, il lavoro delle casalinghe: se venisse retribuito aggiungerebbe il 40% in più al Pil degli Stati Uniti, e anche di più a quello di altri Paesi. Perché si tratta di un dono immenso, ma non riconosciuto, che viene offerto dalle donne all’economia di mercato. 

Ma anche il plusvalore creato dal tempo di un lavoro non remunerato risulta essere un ‘omaggio’, per quanto forzato, che il singolo lavoratore offre alla proprietà, singola o societaria, della sua stessa azienda. 
Oggi però il ‘donare’ è diventato un atto screditato, così come è avvenuto per la maternità, l’infanzia e quella naturale tendenza al "regalo" che è propria dei bambini. Si sta infatti sopravvalutando la falsa costruzione sociale del genere maschile, secondo la quale attraverso violenza e prevaricazione dell’altro - io do una cosa a te, tu una a me - le persone in realtà si allontanano e vivono psicologicamente male. Lo scambio utile enfatizza l’ego e quella parte della nostra personalità che spinge verso la competizione e il dominio dell’altro, preferendo la quantità e il calcolo piuttosto che la qualità, la fiducia e il benessere. Lo scambio e il relativo mercato rappresentano il problema, non la soluzione. Per funzionare, il mercato deve creare mancanza e quindi richiesta: all’opposto, l’offerta è un sistema di distribuzione che necessita di abbondanza per essere praticato. 
Il mercato per mantenersi crea mancanza, distruggendo l’abbondanza in guerre, speculazioni e, come di recente, in bolle finanziarie. Ma questo modo di pensare ha permeato ogni tipo di istituzione, incluso le corporazioni che ora mercificano tutto quello che prima era gratuito: l’acqua, i semi, i geni, anche l’aria. Il dono invece è trasparente come l’aria che respiriamo ancora (gratuitamente). 

*** Genevieve VAUGHAN, 1939, studiosa e saggista statunitense, esperta di semiotica, autrice di Per-Donare. Una critica femminista dello scambio, Meltemi, 2005, Si può cambiare la società attraverso il dono?, 'D la Repubblica delle Donne’, 3 maggio 2009.

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