Il liberismo gioca a contrapporre una destra liberista omofobica, misogina, razzista e integralista in senso religioso a una sinistra anch'essa liberista ma integralista in senso laico e interessata solo alla globalizzazione (che confonde con l’internazionalismo) e ai diritti civili. In modo che tutte le energie vengano indirizzate alla realizzazione dell’eguaglianza giuridica e di un’astratta eguaglianza universale, trascurando l’eguaglianza economica e sociale di concrete comunità e popoli, ben più importante e infatti strenuamente contrastata dai ricchi e delle loro multinazionali. Non è un caso che la correttezza politica sia stata inventata nell’America dell’iperliberismo trionfante sul progetto comunista e socialista; il risultato sono decenni di privatizzazioni dello stato sociale, di precarizzazione del lavoro, di irresponsabili distruzioni ambientali, di declino della classe media e di osceno arricchimento delle multinazionali; e quando la gente non ne può più, invece di ribellarsi ai miliardari ne sceglie uno come propria guida.
I diritti civili sono ovviamente imprescindibili e una sinistra degna di questo nome deve includerli in qualsiasi programma di lotta e di governo; però non come priorità raggiungibili autonomamente e indipendentemente dalla realizzazione di un sistema di eguaglianza e giustizia per tutti, bensì come effetti dell’emancipazione dei lavoratori, del raggiungimento di condizioni di vita dignitose per ogni cittadino, della marginalizzazione di chi vuole troppo o si senta superiore agli altri.
*** Francesco ERSPAMER, docente ad Harvard di romanzi e studi italiani, 'facebook', 15 dicembre 2016, qui
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