È come una sfida a ramino. Puoi vincere o perdere, ma quel che conta è la partita, dice Dario Fo poco prima di morire. Un bel congedo, da parte di uno che ha sempre giocato le sue carte vincendo e perdendo, e restando capace di riderci sopra.
Individui, squadre, partiti politici, imprese: a tutti capita di vincere o perdere. Si vince e si esulta o si perde e ci si dispera (o si recrimina), ma le cose non sono mai semplici come appaiono: una vittoria può anche anticipare un’ulteriore e più drammatica sconfitta, e una sconfitta può essere il primo passo verso una vittoria futura, ancora più luminosa. Quindi converrebbe sempre, come diceva la mia nonna, stare schisci.
NON È MAI FACILE. Ma è più facile vincere o perdere? Mentre spedisco questo articolo, alle 22.50 di domenica 4 dicembre, non conosco ancora i risultati del referendum. Mentre leggete, voi li sapete già. Questa asimmetria informativa permette a me di trattare l’argomento senza retropensieri. (...)
*** Annamaria TESTA, esperta di comunicazione e saggista, Vincere o perdere: istruzioni per l'uso - Metodo 104, 'nuovo e utile', 5 dicembre 2016
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