mercoledì 2 dicembre 2015

#MOSQUITO / Natale, come l'abbiamo ridotto (Corrado Augias)

Ho scritto che il Natale ricorda una festa pagana per due evidenti caratteristiche che è venuto assumendo diciamo nell’ultimo mezzo secolo. 
La prima è la corsa ai regali e ai consumi alla quale quasi tutti, nei limiti delle rispettive possibilità, s’abbandonano. Anche durante i Saturnali avveniva qualcosa del genere. A Roma le feste in onore di Saturno duravano anche un’intera settimana ed erano un periodo di sovvertimento delle regole e di grandi scambi di regali. Si consentiva perfino agli schiavi di criticare i loro padroni. Circostanza colta da Orazio per una delle sue grandi Satire (11,7) nella quale uno schiavo rimprovera il padrone di essere lui, tra i due, il più asservito in quanto prigioniero delle sue passioni: «Non sai stare un’ora sola con te stesso / come uno schiavo che fugge senza meta / eviti di guardare dentro di te». Rimprovero di attualissimo sapore. 
L’altra caratteristica è la perdita del carattere sacro della ricorrenza diventata ormai occasione di vacanze che la festività del Capodanno (quando si festeggia la cir-concisione di un bambino ebreo) prolunga piacevolmente. Tra i Saturnali e il Natale c’è coincidenza? Gli studiosi sono discordi. E’ un fatto che i Saturnali andavano dal 17 al 23 dicembre ed è un fatto che, soppiantati i Saturnali, i romani festeggiavano il solstizio d’inverno nel giorno del ‘sol invictus’ che cadeva appunto il 25 dicembre. Che quella data sia stata scelta per la nascita di Gesù ha dunque solide ragioni nelle credenze popolari preesistenti al cristianesimo. Che poi noi l’abbiamo ridotta cosi, quella è solo colpa nostra. 

*** Corrado AUGIAS, giornalista e scrittore, rubrica ‘lettere’, ‘La Repubblica’, 4 novembre 2007


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