Eravamo bambini
giocavamo ogni tanto a farci paura
la vita si svolgeva al presente
le coincidenze riguardavano i treni
ma solo nei mesi d'estate
finita la scuola.
L'universo valeva cent'anni
era la guerra narrata dal nonno
minuto di noia a cui ti obbligava tuo padre
remoto racconto in accento toscano.
A che ora sarebbe venuto il futuro
l'avrei saputo più tardi
e di tutta la vita
di tutto il domani
che è già venuto
che manca
ricordo soltanto
che ho voluto incontrarti.
L'amore è terribile e immenso
quando si ha sessant'anni.
Tu sei quella di sempre
io la somma delle mie insufficienze
vento sull'erba
spighe di grano.
*** Massimo SALVADORI, insegnante e poeta, facebook, 30 agosto 2020, qui
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