Una volta a una ragazza, molti anni fa, regalai una stella.
Avevo scoperto che era possibile contattare un'associazione che, dietro compenso, ti consentiva di dare a una dei milioni di stelle catalogate il nome di una persona amata. In pratica, quella stella non si sarebbe più chiamata - che ne so - AZ324Y, ma si sarebbe da lì in avanti chiamata: Teresa. Come prova del regalo mi spedirono il certificato di autenticità della famigerata Unione Astronomica Internazionale (che non esiste: scoprii parecchio tempo dopo che si trattava di una truffa) e la mappa stellare del quadrante della Galassia in cui c'era la mia stella. Cioè: la sua.
La ragazza in questione si commosse e mi disse che mai nessuno le aveva fatto un regalo più bello. Mi lasciò dopo circa tre mesi, malissimo.
Una volta a una ragazza, in anni più recenti, regalai un rastrello per l'erba del giardino.
La ragazza in questione non si commosse e, a dirla tutta, mi guardò pure come se fossi un po' pirla. Ma stiamo insieme da quindici anni, abbiamo tre figlie e tre cani, e quel rastrello lo usa ancora oggi.
Morale: a volte i desideri migliori non si avverano guardando il cielo, ma riuscendo a vedere chi ti sta accanto.
E pure essere un po' pirla aiuta.
Buone notti di stelle a tutte, a tutti.
*** Matteo BUSSOLA, scrittore, facebook, 11 agosto 2020, qui
Illustrazione di Pascal Campion
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