Mi chiedevo quando, anche in Italia, qualcuno avrebbe dato la colpa dell’emergenza sanitaria alla comunità LGBTI e alle battaglie per l’uguaglianza, come accaduto con il Patriarca Ucraino o il pastore cristiano della Florida, Rick Wiles. Non abbiamo dovuto aspettare poi molto, purtroppo.
Eccoci serviti: per l’Arcivescovo Viganò la pandemia del Covid19 è una punizione divina contro i peccati dei singoli e della società come aborto, eutanasia e “l’orrore del cosiddetto matrimonio omosessuale, la celebrazione della sodomia e delle peggiori perversioni”. Orrore è dover leggere affermazioni di questo tipo, una ricerca dell'untore e del capro espiatorio che ricorda la caccia alle streghe più che l'idea di una chiesa misericordiosa aperte all'accettazione dell'altro.
Nel 2020 non si dovrebbe dare alcuno spazio, nella Chiesa o fuori, a chi pensa, ancora, che essere omosessuali sia un peccato ed una perversione continuando ad alimentare un clima di ostilità verso le persone LGBTI con il sempre immancabile riferimento alla “profanazione” dell’innocenza dei fanciulli. Non c’è malattia né perversione nelle persone LGBTI, mentre c’è omobitransfobia in chi si riferisce in questi termini verso omosessuali, lesbiche e trans*.
Sconfiggeremo il Covid19 grazie alla scienza e ai comportamenti responsabili, con incentivi alla ricerca e alle politiche sanitarie, e, finita l’emergenza, torneremo ad inondare le città con i colori dei Pride e con le nostre rivendicazioni per l’uguaglianza. A partire da una Legge che non permetta più a nessuno nel nostro Paese la diffusione di posizioni cariche di odio.
*** Gianmarco CAPOGNA, transfemminista, attivita per i diritti, membro di Possibile, facebook, 1 aprile 2020, qui
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