C'è sempre quel momento lì, a ricreazione.
Quando si girano verso di te. Stanno giocando a rincorrersi, stanno parlando, facendo merenda, e poi si girano verso di te. Mezzo secondo, non di più.
Una cosa da niente, ma che dice tutto.
Ti guardano, vogliono vedere se li stai guardando, se li tieni d'occhio. Cercano nel tuo sguardo qualcosa di simile a un'approvazione. O a un sorriso. O anche solo, semplicemente, la conferma che te ne sta fregando qualcosa.
Poi tornano a fare quel che stavano facendo.
Ok, poi ci sono quelli che si girano perché si stanno per azzuffare e vogliono controllare che nessuno li veda. O quelli che stanno facendo spaccio clandestino di bigliettini per la verifica.
Ma c'è sempre quel momento lì.
Ovvio che non puoi guardarli sempre. Non tutti. Che chissà quante volte mi sarà successo, che lui si girava, mi cercava, e io avevo la testa girata dall'altra parte.
Ma ci sono giorni, come oggi per dire, in cui mi sembra che sì ok la storia, sì ok i verbi, ma tutto quel che dobbiamo fare è cercare di essere lì, sforzarci di essere lì, quando si girano a cercare il nostro sguardo.
Fargli sapere che ce ne frega qualcosa, di quello che stanno facendo.
Fargli sapere che siamo lì. Non solo con il corpo. Lì.
E ti ricordano che esserci, esserci per davvero per qualcuno è la cosa più semplice, e la più difficile, del mondo.
*** Enrico GALIANO, insegnante e scrittore, facebook, 11 gennaio 2020, qui
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