Eichmann: ... Himmler era così: si innamorava delle idee. E delle frasi, anche. Certe le ripeteva di continuo, come un disco rotto. Se le appuntava, girava sempre con un taccuino. Nel mese di dicembre, ogni anno, prima di Natale, ci convocava tutti per gli auguri. Faceva stampare un biglietto con un “Himmler dice che...”, e se lo conoscevi bene sapevi che quella frase la voleva sentir ripetere per tutto l’anno dopo. Ogni volta che lo incontravi, ti conveniva fargli vedere che te la ricordavi. Bastava metterla dentro il discorso, farla venir fuori.
Hannah: E lei in questo era maestro, immagino.
Eichmann: Ero uno che sapeva il trucco. La prima volta che anch’io fui convocato per Natale, sul biglietto c’era scritto “l’unico onore è non tradire mai.” Ebbi come una sensazione, mi dissi “non è un biglietto di Natale: è una minaccia, ci sta dicendo che farà fucilare il primo di noi che non rispetta gli ordini”.
Hannah: Con Eichmann non ebbe problemi.
Eichmann: So che una volta, davanti a lui, mi misi a urlare contro un mio attendente. Feci finta mi avesse disobbedito, ripetevo “l’unico onore è non tradire mai”. Vedevo Himmler che annuiva, era felice, rosso in viso, rideva. Feci carriera anche per questo. Appena stavo davanti a lui, lo citavo. Sapevo tutte le frasi a memoria.
*** Stefano MASSINI, 1975, scrittore, drammaturgo, saggista, Eichmann. Dove inizia la notte, un dialogo fra Hannah Arendt e Adolf Eichmann, Fandango, 2020
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