giovedì 23 gennaio 2020

#SENZA_TAGLI / A me fa paura (Enrico Galiano)

A me non fa paura quello là che suona i campanelli.
È come a scuola: lui è solo il bullo che se la prende coi più deboli e scappa davanti ai più forti.
Ma così come a scuola, il problema non è mai il bullo. Il problema sono tutti gli altri. Tutti quelli che gli vanno dietro.
Il bullo, senza di loro, è zero.
Così a me non fa paura lui.
A me fa paura la signora che gli indica il campanello da suonare.
A me fa paura la vecchietta che abita nel mio stesso quartiere che si sente soddisfatta quando una nave affonda.
A me fa paura il collega insegnante che si suppone abbia letto e studiato che quando parla dei suoi studenti di un'altra etnia usa l'espressione "eh che volete fare quelli là sono così".
A me fa paura il genitore del mio studente che insegna al figlio ad odiare e ad aver paura di ciò che è diverso, così poi ti ritrovi ragazzini di undici anni che nei temi scrivono frasi razziste senza nemmeno rendersi conto che sono razziste.
A me fa paura la donna che al supermercato fra barattoli di fagioli e i pelati guarda con diffidenza la mamma di colore che le passa di fianco col carrello.
Quello là che suona i campanelli è talmente infimo e abietto da non suscitarmi nessun sentimento.
Gli altri mi fanno rabbia e paura. Tutti gli altri, quelli che lo venerano.
Perché sono apparentemente persone perbene: ma covano dentro così tanto rancore, veleno e frustrazione da arrivare sul serio a credere che la causa di tutti i loro mali stia in chi sta peggio di loro.
Perché godono a vedere un uomo di potere che se la prende con un diciassettenne tunisino e lo espone a un linciaggio.
Mi fanno paura, tanta. Ma più che paura: pena.
Perché ci vuole davvero tanta notte nel cuore per non vedere quanto in basso stanno cadendo.
Per non rendersi conto che un giorno, fra non molto, qualcuno verrà lì e glielo chiederà: ma come avete potuto?

*** Enrico GALIANO, insegnante e scrittore, facebook, 22 gennaio 2020, qui
A proposito di Matteo Salvini e della sua 'citofonata' al un ragazzo tunisino accusato di essere uno spacciatore, qui


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