In nome della morale la rivoluzione ci ha reso immorali, in nome del futuro ha giustificato gli odierni farisei, delatori e ipocriti, insegnandoci che un uomo può spingere degli innocenti nella fosse in nome della felicità del popolo tutto. Nel nome della rivoluzione quella forza permette di voltare le spalle ai figli di genitori finiti in lager. E ci spiega perché la rivoluzione esige che una moglie che non denuncia il marito innocente sia strappata ai suoi figli e mandata a scontare dieci anni in un campo di concentramento.
La forza della rivoluzione si era alleata alla paura della morte, al terrore delle torture, all’angoscia di chi sentiva addosso il respiro del lager.
*** Vasilij GROSSMAN, 1905-1964, giornalista e scrittore russo, Vita e destino, traduzione di Claudia Zonghetti, Adelphi 2008, citato da Vito Mancuso, 'facebook', 7 novembre 2017, qui
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