Il Fallo ti insegna. Innanzitutto quando da pene diventa appunto Fallo, simile a quello graffito nelle caverne o sugli ascensori, e punta verso l’alto. E così ti dice subito che il tuo potere specifico, di maschio, non è il potere sugli altri, quello cui pensano appunto gli schiavi appena liberati. O le donne quando si mettono a fare i maschi: proprio perché il Fallo non ce l’hanno, lo scimmiottano, lo interpretano per ciò che sembra, da fuori, e non per ciò che è, da dentro. Il potere sugli altri non importa a te in quanto maschio; lo desideri solo quando diventi insicuro, debole, spaventato. Ciò che invece importa davvero, e da cui dipende il senso della tua vita, è il potere su di te. Il poter far crescere ed esprimere il tuo sapere. O semplicemente le tue qualità: la tua forza, la tua intelligenza, la tua intuizione. Il seme di cui sei portatore, in quanto portatore di Fallo, e di cui il mondo può servirsi, nutrirsi. Farlo circolare, scambiare, ma soprattutto donarlo. E’ questa la tua vocazione e la tua condanna.
*** Claudio RISE', 1939, psicoanalista e scrittore, Essere uomini, Red Edizioni, Como, 2000.
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