(...) Michele era disperato: “Le cose per voi si metteranno talmente male che tra un po’ non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricità o acqua corrente”, “il futuro sarà un disastro”.
E qui sbagliava. Lo è già il presente, come il recente passato. La sua lettera ricorda quella di Dimitris Chistoulas, un ex farmacista che si suicidò in piazza Syntagma ad Atene nel 2012, perché ogni sua “possibilità di sopravvivenza era azzerata”: “Dipendevo da una modesta pensione che mi sono pagato in 35 anni di lavoro senza alcun sostegno statale. Non vedo altra soluzione che una fine onorevole prima di iniziare a rovistare nei cassonetti in cerca di cibo”. Dimitris aveva 77 anni, Michele solo 30: la vita davanti a sé. La sua storia è quella di tanti nostri amici, compagni di scuola, fratelli, sorelle. Ragazzi che ci provano ma non ce la fanno, spesso nonostante lauree e master. (...)
*** Silvia TRUZZI, giornalista e saggista, La morte di Michele non è la tragedia di un individuo solo, 'ilfattoquotidiano.it', 9 febbraio 2017
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