Chiaro che l’idea del benessere - che ci viene ossessivamente proposta da migliaia di prodotti materiali e non - è tutt’altro che spiacevole. Chiaro che il benessere è preferibile al malessere, così come il piacere al disagio o alla noia. Ma fra benessere e malessere, è meglio - incomparabilmente meglio - scegliere l’essere, tutto quanto. Sia perché tentare di separare in qualunque organismo il lato "buono" da quello "cattivo" è più complicato che aprire le acque del Mar Rosso, sia perché, anche se mai ci riuscissimo, siamo così sicuri che ci guadagneremmo qualcosa? Una persona, un progetto, un’esperienza sono davvero appassionanti quando accendono fuochi, brividi, lampi: quando mai una qualunque attività umana degna di nota è stata priva di rischi? Non venite a dirmi che preferite qualcuno e qualcosa che vi offre beatitudine piuttosto che slanci e imprese. Chi aspira alla virtù e al benessere delimita le possibilità della vita, ne mortifica la pienezza per ritagliarsi un rifugio consolatorio. Lontano dal calore inventivo e reinventivo, il benessere non è che un’illusione discretamente mediocre.
*** Franco BOLELLI, 1950, filosofo e saggista, rubrica ‘Si fa così’, ‘D’, 2 aprile 2011
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