La nostra cognizione del tempo si orienta esattamente rispetto al numero di anni che abbiamo vissuto. Più si è giovani, più un anno è lungo, ma anche un’ora o un giorno. Se ho cinque anni, un anno corrisponde a un quinto della mia vita; se ne ho cinquanta, è soltanto un cinquantesimo. Ciò cambia solo quando si diventa vecchi e si inizia a contare partendo dalla morte e non più dalla nascita. Allora gli anni diventano di nuovo impercettibilmente più lunghi.
*** Hannah ARENDT, 1906-1975, filosofa tedesca, gennaio 1954, Diari, a cura di Chantal Marazia, Neri Pozza, 2007, riprodotta anche in ‘Domenica di Repubblica’, 16 settembre 2007
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