Alcune rinunce a un’affermata carriera sono riconducibili a quella che in gergo chiamiamo ‘ferita nasci-sistica’. Come Foreman, che demolito da Cassius Clay si fece predicatore religioso per sopportare la sua caduta dal cielo della boxe. Più spesso, però, è la sensazione di aver raggiunto il proprio limite, di non poter andare oltre. Paura di fallire la prossima prova, di deludere aspettative e contraddire la propria immagine di successo. Come se si dicessero: “finora m’è andata bene, ma la prossima volta potrei fallire, non sopporto questa suspense, allora mi butto da solo”. (...) Aspirazioni legittime, purché siano consapevoli che nessuno può rinunciare con letizia a una parte di sé, e se s’illude che sia solo un guadagno pagherà un prezzo duro.
*** Stefano BOLOGNINI, 1949, psicoanalista, presidente della Società psicoanalitica italiana, dichiarazione a Michele Smargiassi, Quelli che preferiscono la vita al successo, ‘la Repubblica’, 2 agosto 2010
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