(...) A caldo è difficile cercare di prevedere cosa succederà nelle prossime ore, nei giorni a venire e nel medio periodo. Ma alcuni elementi di riflessione sono già presenti. Innanzitutto, la scommessa del primo ministro David Cameron non ha pagato e ora l’ha obbligato ad annunciare le dimissioni. La concessione del referendum doveva servire essenzialmente a ricompattare i conservatori, a neutralizzare la minaccia rappresentata dai populisti dell’Ukip e a garantire al primo ministro altri quattro anni di governo in totale serenità.
È stata invece una mossa del tutto improvvida, presa sull’onda lunga di una vittoria elettorale ampia e forse inattesa. E si è rivelata disastrosa sotto il profilo strategico: una volta fatto uscire dalla lampada, il genietto maligno del nazionalismo inglese non ci è più voluto rientrare. E settimana dopo settimana Cameron stesso ha capito che la situazione gli stava sfuggendo di mano.
L’accordo negoziato a febbraio con l’Unione europea, che sarebbe dovuto entrare in vigore se i britannici avessero votato per il remain, non è bastato ad accontentare il fronte euroscettico. Al contrario, ha alimentato le accuse a Cameron di aver ottenuto solo insignificanti concessioni di facciata, da usare per ingannare i cittadini britannici e convincerli a rimanere in Europa. (...)
*** Andrea PIPINO, giornalista, Il fallimento di David Cameron apre la strada al populismo in Europa, 'internazionale.it', 24 giugno 2016
LINK articolo integrale qui
Brexit
foto di Matt Dunham, Ap-Ansa, internaz_24giu16
Nessun commento:
Posta un commento