Brexit: ha vinto il Popolo.
Me lo ricordo il Popolo, nel 1938, acclamare Hitler e Mussolini a Roma affacciati insieme al balcone di Piazza Venezia. Me lo ricordo il Popolo inebriato, esaltato, per la dichiarazione di guerra. Me lo ricordo il Popolo asservito, quasi isterico, al cospetto di ogni malfattore che abbia condotto l'Europa sull'orlo baratro.
Me lo ricordo poi il Popolo che plaudiva quando al confino nel 1941 veniva mandato Altiero Spinelli, perché antifascista. A Ventotene, Spinelli, detenuto insieme a Ernesto Rossi e a Eugenio Colorni scrisse "Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto". Quindi, a ben vedere, siamo sicuri che oggi il Popolo abbia vinto davvero?
Io sono europeista, genuinamente europeista.
L'Unione europea è prima di tutto un progetto politico, nato per scongiurare conflitti, poi culturale. Poi ancora è un progetto necessario perché vengano create leggi condivise su materie sensibili, quali la criminalità organizzata, l'immigrazione, la sicurezza. L'unione economica viene per ultima.
Gli euroscettici accusano l'Europa di vivere unicamente come unione economica nella protezione dei privilegi di classi agiate e dei paesi più ricchi. Questa è in parte una semplificazione, ma evidentemente le istituzioni europee poco hanno fatto perché l'euroscetticismo perdesse le sue argomentazioni più forti e più populiste.
All'esito del voto sulla Brexit ha contribuito in maniera drammatica la gestione europea fallimentare dei flussi migratori. Fallimentare non perché le frontiere fossero "un colabrodo" e non perché gli immigrati fossero "liberi di scegliere dove vivere", ma fallimentare perché ha tradito il principio cardine su cui si basa l'idea stessa di Europa, ovvero integrazione culturale e accoglienza.
L'Europa ha fallito e il Regno Unito ha assecondato la pancia e un cuore avvelenato, più che interesse reale. Mi augurerei un moto di orgoglio da parte delle istituzioni europee, ma sono fatte di uomini, di uomini con i loro miseri e privatissimi interessi. Quindi nessun orgoglio per risollevare l'Europa, ovvero l'unica garanzia di pace che abbiamo, ma solo il timore che, sull'esempio del Regno Unito, altri paesi possano scegliere di abbandonare la nave. Una nave imperfetta, ma che pure ci ha protetti. Una nave che deve essere migliorata, ma che innegabilmente ci ha reso cittadini più consapevoli.
Io resto fedele alla dichiarazione di Ventotene del 1941, resto fedele a un'idea di Europa che, con la buona volontà, potrebbe ancora compiersi.
*** Roberto SAVIANO, scrittore, Per un'Europa libera e unita, 'robertosaviano.com', 24 giugno 2016, qui
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