Nel nostro paese la capacità di parlare in pubblico è modesta.
Oscilliamo tra sproloquio e afasia, tra aggressività e narcosi, tra esibizionismo narcisistico (appartiene a molti) e sottomessa ritrosia (sì, qualche caso c’è). Non arriviamo mai al punto e, se ci arriviamo, nessuno riesce ad accorgersene. Meniamo il can per l’aia.
Lo so, si tratta di generalizzazioni. Ma mi perdonerete se evito di fare esempi riferiti a singole persone, perché non è questo il punto. (...)
*** Annamaria TESTA, pubblicitaria, saggista, Parlare in pubblico: perché in Italia lo facciamo così male?, 'nuovoeutile', 6 gikugno 2016
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