Nuovo è un aggettivo incantatore: rende attraente ogni sostantivo. Nuovo è fresco, giovane, moderno, intatto, vitale e trabocca di promesse. Appare (salvo rari casi: “una nuova seccatura”) bello e migliore. Nuovo fa notizia. Ha un valore commerciale a cui il vecchio non può ambire, se non come antico e raro. In forma di sostantivo è un miraggio circonfuso di un’aura sognante e luminosa. Del resto, è ciò che è nuovo (o capace di rinnovarsi) a far girare il mondo, e sono le idee nuove a cambiarlo. Ma nuovo ha in sé la propria nemesi: invecchia subito. Sfuggirà all’oblio solo a patto di risultare, secondo il paradigma della creatività, anche appropriato, efficace, consistente. Utile, insomma.
Quella che avete appena letto è la definizione del lemma “nuovo” che ho preparato, nelle 700 battute prescritte, per le definizioni d’autore del dizionario Zingarelli 2015. Ma ora Ilaria mi scrive chiedendo: il diverso/il cambiamento/il nuovo. Perché ci fanno paura?
Bella domanda. Per provare a rispondere ho bisogno di aggiungere diverse righe al testo che ho incollato sopra. (...)
*** Annamaria TESTA, pubblicitaria e saggista,
Chi ha paura del nuovo, 'nuovo e utile', 20 maggio 2015
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