Ci troviamo di fronte a due eccessi: la bulimia emotiva e l'anoressia affettiva. Tutto è ampliato, teatralizzato, esibito.
[D: Basta accendere il computer. Basta un clic per sapere se un conoscente - «amico» per Facebook - ha appena litigato con il collega, non sa cosa mettersi per uscire a cena, è stato lasciato. È proprio necessario?]
In questo momento storico l'emozione non è più vissuta nella sua qualità, nel suo pudore, ma è esternata a uso e consumo degli altri. In questo senso, una maggiore capacità di contenimento è auspicabile: l'emotività è un patrimonio individuale, non una merce.
*** Claudio MENCACCI, psichiatra, direttore del Dipartimento neuroscienze al Fatebenefratelli di Milano, dichiarazione a Annachiara Sacchi, Ragione e self-control, 'Corriere della Sera', 1 ottobre 2011.
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