È proprio una sfiga per il manager tedesco Thomas Middelhoff vivere in Germania e non in Italia. Dopo la condanna definitiva a tre anni per evasione fiscale e malversazione deve adesso scontare la pena nella prigione di Bielefeld: in Italia non sarebbe stato neanche condannato, perché il delitto nel frattempo sarebbe già prescritto, visto che un processo dura in Italia mediamente dieci anni. E se, malauguratamente, fosse stato condannato – cosa che ogni avvocato scaltro avrebbe potuto evitare facendo le solite manfrine – Middelhoff avrebbe potuto scontare la pena tranquillamente nella sua villa, condannato al massimo a giocare a filetto con gli anziani una volta a settimana.
Fino a poco tempo fa Middelhoff era uno dei vip dell’economia tedesca: CEO di Bertelsmann, poi del fallito gruppo tedesco Arcandor che controllava i magazzini Karstadt, la società di vendita per corrispondenza Quelle e il tour operator Thomas Cook. Era un manager che volava molto in alto – anche letteralmente: una delle accuse durante il processo erano le spese di 1,1 milioni di Euro per i 48 voli in aeri privati: voli a scopi personali, ma pagati dagli azionisti.
Dato il pericolo di fuga, Middelhoff è stato arrestato direttamente in tribunale. È rimasto in custodia cautelare per cinque mesi – finché è stata pagata una cauzione di 895 000 euro. I suoi avvocati hanno fatto ricorso, ma l’appello è stato bocciato. Siccome i gradi di giudizio in Germania sono al massimo due e Middelhoff non poteva contare sulla prescrizione – a differenza dell’Italia, in Germania il tempo per la prescrizione cessa di decorrere quando inizia il processo o con il decreto di rinvio a giudizio – è finito in cella.
Il ricorso è stato probabilmente il grande errore di Middelhoff: veniva considerato come prova di un ulteriore arroganza. Uli Hoeness invece, il popolarissimo presidente del Bayern Monaco, condannato a tre anni e mezzo per un evasione fiscale di 27 milioni di euro – ha rinunciato al ricorso ed è andato in prigione subito. Per giunta ha dichiarato la sua colpevolezza anche pubblicamente: considerato un peccatore pentito, è stato rilasciato in libertà dopo aver passato solo 673 giorni in prigione, metà della sua pena.
Perché la giustizia funziona cosi in Germania? Perché i tedeschi sono rancorosi. Non perdonano facilmente. Ve lo garantisco. Sono tedesca.
*** Petra RESKI, giornalista e scrittrice tedesca, Chi sbaglia paga. In Germania, 'MicoMega online', 15 maggio 2016, qui
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