L'analisi. Tra i democratici cresce l'irritazione per il mancato ritiro del senatore eletto nel Vermont. Ma lo sfidante di Hillary Clinton è convinto di essere in grado di battere Trump
(...) Anzitutto i sondaggi. Per quel che valgono, dicono che è in atto una spettacolare rimonta di Trump sulla Clinton, il tycoon newyorchese avrebbe annullato l’ampio vantaggio di Hillary e sarebbe ormai in un pareggio virtuale. Al contrario, in caso di duello Sanders-Trump gli stessi sondaggi continuano ad assegnare a Sanders una decina di punti di vantaggio. Poi c’è lo scandalo o presunto scandalo di molestie sessuali che Trump ha tirato fuori contro Bill Clinton. Sondaggi e scandali convergono nel dire una cosa: Hillary ha molte debolezze, che si possono riassumere in una sola, lei è percepita come un’esponente dell’establishment. Con tutti i segni negativi che questo comporta. Dal peso della sua storia passata (gli scandali del marito) ai legami con Wall Street. La novità della prima donna che può diventare presidente, viene quasi cancellata dal fatto che questa è una professionista della politica da sempre, fa parte di quelle élite contro le quali soffia impetuoso il vento del populismo. Sanders fa politica da una vita anche lui, ma è sempre rimasto ai margini dell’establishment, in tutti i sensi. (...)
*** Federico RAMPINI, giornalista e saggista, Usa 2016, sondaggi e scandali spingono Sanders a non ritirarsi, 'la Repubblica', 24 maggio 2016
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