venerdì 6 maggio 2016

#MOSQUITO / Fuga, impariamo a 'stare presso di noi' (Salvatore Natoli)

 ... agli uomini d’oggi capita anche, e con una relativa facilità, d’imputare ad altri i propri disagi: la colpa è sempre della società, dell’organizzazione, dello stato, mai nostra. E’ un modo per non assumersi mai le proprie responsabilità. Ma anche se tutto ciò fosse vero, questa sarebbe una ragione in più per prendersi cura di sé. Da soli. Ci deve essere un punto e un momento da cui cominciare. E da dove se non da noi? Bisogna disfarsi degli alibi, bisogna afferrare il proprio limite e mantenersi entro questo confine. Per fare questo è opportuno agire un po’ di meno e pensare di più. Stare presso di sé. Non se ne ha la pazienza. Si crede di stare meglio se si sfugge ai problemi: al contrario, l’uomo trarrebbe maggior vantaggio se divenisse capace di ciò che Seneca chiamava la ‘conversio ad se’, se si raccogliesse per computare la propria potenza, acquisire competenza del suo desiderio e padroneggiarsi. Quanto valgo, cosa posso presumere per me senza cadere nella presunzione: cosa posso davvero. E su questa base agire o ritrarsi. Così Seneca scriveva a Lucilio: «“Disce gaudere”, impara a godere... desidero che non ti manchi mai la gioia, anzi che ti nasca in casa; e nascerà purché essa sia entro te stesso... Essa non ti verrà mai meno, una volta che ne avrai trovato la sorgente... Mira al vero bene e “gioisci di ciò che ti appartiene”». 

*** Salvatore NATOLI, 1942, filosofo, docente di filosofia teoretica, Dizionario dei vizi e delle virtù, Feltrinelli, Milano, 1996


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