E quando pregate, dite così:
dacci meno universo, un po’ di meno,
e una mente che pieghi le maniche dietro le spalle,
che abbia pace nel sonno di un cassetto,
e rimetti a noi i nostri limiti
come noi li rimetteremmo se potessimo,
Padre dell’essere appena,
spegni le stelle superflue del nostro cielo
e non farci vedere più di un soffio
oltre il bordo del prossimo, questo cortile,
questa cena, due fiori sul davanzale quotidiano,
un libro aperto anche domani
sulla stessa pagina, numeri soltanto fino al dieci
e delle lettere solo il tondo di una O.
*** Guido CUPANI, Preghiera dall’insonnia, blog ‘Guido Q’, 29 agosto 2014, qui
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