Andrea CAMILLERI, Certi momenti, Chiarelettere, 2015
pagine 133, € 15,00, ebook € 5,99
Sapienza letteraria e cuore: così si affabula
Siamo abituati ad associare Andrea Camilleri al suo commissario Montalbano: qui lo scrittore se n'è liberato e si permette di essere se stesso, lasciandosi andare ai ricordi più personali.
Il libro recupera 'certi momenti' della sua vita, riportando frammenti di un passato più o meno lontano: da quando lo scrittore, ragazzino, comincia a capire cosa sia il fascismo e se ne discosta, aderendo al partito comunista, agli amici dell'adolescenza, fino ai tempi della maturità professionale.
Figure pubbliche importanti del mondo della cultura (come Benedetto Croce, Elio Vittorini, Primo Levi, Carlo Emilio Gadda, Stefano D'Arrigo, Livio Garzanti) si mescolano con personaggi comuni che sono stati significativi nella biografia dell'autore (Antonio, l'amico tra lo stralunato e l'anarchico; un vescovo, poco dogmatico e molto umano; una prostituta, disperata; un comandante di una nave-traghetto, che rischia la morte pur di salvare l'equipaggio, il coraggio di una cameriera di famiglia nel difendersi dagli assalti di un ufficiale tedesco...).
La memoria è recuperata in forma di racconti e ne escono ritratti intensi, colorati, sempre nitidi, spesso commoventi, velati di dolcezza. Proposti con stile piano, semplice, accattivante, arguto, si leggono con gusto: l'atmosfera è tale che sembra di avere Camilleri seduto di fronte, nelle vesti di un vecchio nonno che racconta, e tu non finiresti mai di ascoltare, preoccupato solo di non interrompere anche solo con un gesto incontrollato la magia dell'affabulazione che si compie.
C'è ovviamente sapienza letteraria, ma anche e soprattutto cuore, come sempre quando il mestiere del narratore è sorretto da una sensibilità umana calda e genuina, mai retorica: il risultato di questa particolare miscela è una lettura che regala almeno due ore di diletto, vero e intelligente.
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
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«Che facoltà frequenti?»
«Non mi sono iscritto all’università» mi rispose.
«Non hai intenzione di continuare gli studi?»
«Certo che sì, ma dopo.»
«Dopo che?»
«Dopo aver fatto il servizio militare.»
«Dopo aver fatto il servizio militare.»
«Scusa, non capisco.»
«Vedi, se mi chiamano alle armi da studente universitario, dovrò per forza seguire il corso Allievi ufficiali.»
«Embe’?»
«Non voglio fare l’ufficiale, non mi piace dare ordini.»
«Be’, se non fai l’ufficiale dovrai fare il soldato, cioè a dire dovrai ubbidire agli ordini.»
Mi guardò con un sorriso furbesco: «Gli ordini si possono sempre aggirare». (...)
Nei due anni che seguirono Antonio non si dimostrò solo inadatto alla vita militare, ma anche alla vita comune. Era capace di restare impassibile e immobile durante un bombardamento continuando a non staccare gli occhi da ciò che stava leggendo. Non era coraggio, era una sorta di anarchica indifferenza a ciò che capitava attorno a lui. Forse sentiva oscuramente che non sarebbe vissuto a lungo. Morì, infatti, giovanissimo, alla fine del ’45, per un infarto che gli fece cadere dalle mani Oggi si vola di William Faulkner. (Andrea Camilleri, Certi momenti, Chiarelettere, 2015)
L’indomani sera andai a trovarla. Foffa era tutta vestita di nero, con un vestito che qualcuno le aveva prestato: le stava largo, l’insaccava. Aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto, il volto devastato dal dolore. Non sapevo cosa dirle per confortarla, perciò le domandai perché avesse voluto vedermi.
«Per salutarti» mi rispose.
«Domani me ne vado. Ora non ho più bisogno di fare la buttana. Per la prima volta sono in grado di prendere una decisione in piena libertà. Per tutta la mia vita non ho fatto altro che obbedire alla volontà degli altri. Ora, finalmente, posso fare a modo mio. Posso decidere del mio futuro.»
«Dove pensi di andare?» le domandai.
«Non voglio dirlo a nessuno.»
«Hai bisogno di soldi?»
«No, ti ringrazio.» Si alzò.
«Ti posso abbracciare?» mi chiese.
Ci abbracciammo. Mi accompagnò alla porta.
L’indomani mattina, che era domenica, scesi come al solito verso mezzogiorno per bere un aperitivo al caffè Castiglione.
«La sentisti la notizia?» mi disse il mio amico Carmelo, che era il proprietario del caffè e che stava alla cassa.
«Quale notizia?»
«Foffa.»
«Che ha fatto?»
«Stanotte l’equipaggio di un peschereccio che stava rientrando ha intravisto una persona che dal molo si buttava a mare. Hanno cercato di soccorrerla, ma era molto buio e non sono riusciti a trovarla subito. Quando l’hanno vista era già troppo tardi. Hanno potuto solo recuperare il cadavere. Era Foffa.» (Andrea Camilleri, Certi momenti, Chiarelettere, 2015)
Nei due anni che seguirono Antonio non si dimostrò solo inadatto alla vita militare, ma anche alla vita comune. Era capace di restare impassibile e immobile durante un bombardamento continuando a non staccare gli occhi da ciò che stava leggendo. Non era coraggio, era una sorta di anarchica indifferenza a ciò che capitava attorno a lui. Forse sentiva oscuramente che non sarebbe vissuto a lungo. Morì, infatti, giovanissimo, alla fine del ’45, per un infarto che gli fece cadere dalle mani Oggi si vola di William Faulkner. (Andrea Camilleri, Certi momenti, Chiarelettere, 2015)
L’indomani sera andai a trovarla. Foffa era tutta vestita di nero, con un vestito che qualcuno le aveva prestato: le stava largo, l’insaccava. Aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto, il volto devastato dal dolore. Non sapevo cosa dirle per confortarla, perciò le domandai perché avesse voluto vedermi.
«Per salutarti» mi rispose.
«Domani me ne vado. Ora non ho più bisogno di fare la buttana. Per la prima volta sono in grado di prendere una decisione in piena libertà. Per tutta la mia vita non ho fatto altro che obbedire alla volontà degli altri. Ora, finalmente, posso fare a modo mio. Posso decidere del mio futuro.»
«Dove pensi di andare?» le domandai.
«Non voglio dirlo a nessuno.»
«Hai bisogno di soldi?»
«No, ti ringrazio.» Si alzò.
«Ti posso abbracciare?» mi chiese.
Ci abbracciammo. Mi accompagnò alla porta.
L’indomani mattina, che era domenica, scesi come al solito verso mezzogiorno per bere un aperitivo al caffè Castiglione.
«La sentisti la notizia?» mi disse il mio amico Carmelo, che era il proprietario del caffè e che stava alla cassa.
«Quale notizia?»
«Foffa.»
«Che ha fatto?»
«Stanotte l’equipaggio di un peschereccio che stava rientrando ha intravisto una persona che dal molo si buttava a mare. Hanno cercato di soccorrerla, ma era molto buio e non sono riusciti a trovarla subito. Quando l’hanno vista era già troppo tardi. Hanno potuto solo recuperare il cadavere. Era Foffa.» (Andrea Camilleri, Certi momenti, Chiarelettere, 2015)
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