Dan ARIELY, 1967, psicologo statunitense ed esperto di economia del comportamento
Quanto vogliamo che sia uguale il mondo?, Ted, marzo 2015
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Le notizie della crescente ineguaglianza del mondo ci mette tutti a disagio. Ma perché? Dan Ariely rivela alcune nuove ricerche sorprendenti su quello che pensiamo sia giusto e come dovrebbe essere distribuita la ricchezza nella società... e poi ci mostra il confronto con le statistiche reali. (dalla presentazione Ted)
I pregiudizi e le aspettative influenzano la nostra visione del mondo. Dovremmo saperlo. Ma non si finisce mai di saperlo.
Dan Ariely ce lo ripete, con argomenti convincenti, in questo intervento (mf)
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Abbiamo fatto due domande: la gente sa che livello di ineguaglianza ci sia? E poi, quale livello di ineguaglianza vogliamo? Guardiamo la prima domanda. Immaginate di prendere tutti gli americani e di ordinarli dal più povero a destra al più ricco a sinistra, e dividerli in cinque gruppi: il 20 per cento più povero, il 20 per cento successivo, quello dopo, quello dopo, e il 20 per cento più ricco. E poi ho chiesto di dire quanta ricchezza pensate sia concentrata in ciascun gruppo. Per farla semplice, immaginate vi chiedessi, quanta ricchezza pensate sia concentrata nei primi due gruppi, il 40 per cento? Prendetevi un attimo. Pensateci e ditemi un numero. Di solito non si pensa. Pensate per un attimo, pensate a un numero. Ce l'avete?
Ok, ecco cosa ci dicono molti americani. Pensano che il 20 per cento più povero abbia il 2,9 per cento della ricchezza, il gruppo successivo il 6,4 per cento, quindi insieme fanno poco più di nove. Il gruppo successivo, dicono, ha il 12 per cento, 20 per cento, e il 20 per cento più ricco, pensano che abbiano il 58 per cento della ricchezza. Potete vedere come sia rispetto a quello che avete pensato.
Qual è la realtà? La realtà è un po' diversa. Il primo 20 per cento ha lo 0,1 per cento della ricchezza. Il 20 per cento successivo ha lo 0,2 per cento della ricchezza. Insieme, fanno lo 0,3 per cento. Il gruppo successivo ha il 3,9 per cento, 11,3 per cento, e il gruppo più ricco ha l'84-85 per cento della ricchezza. Quello che abbiamo e quello che pensiamo di avere sono molto diversi. (...)
Abbiamo preso un altro grande gruppo di Americani, e abbiamo fatto la domanda nel velo dell'ignoranza. Quali sono le caratteristiche di un paese in cui vorreste vivere, sapendo che potreste finire in qualunque posizione? Ecco cosa abbiamo ottenuto. Cosa ha dato la gente al primo gruppo, il 20 per cento più povero? Hanno voluto dare circa il 10 per cento della ricchezza. Il gruppo successivo, 14 per cento della ricchezza, 21, 22 e 32.
Nessuno nel nostro campione ha voluto piena uguaglianza. Nessuna ha pensato che il socialismo sia un'idea fantastica. Ma cosa significa? Significa che c'è un divario di conoscenza tra quello che abbiamo e quello che pensiamo di avere, ma abbiamo almeno un divario simile tra quello che pensiamo sia giusto e quello che pensiamo di avere. (...)
Cosa possiamo imparare da questo? Abbiamo due lacune: una lacuna nelle conoscenze e un'altra nei desiderata. Alle lacune di conoscenze possiamo provvedere: come formiamo le persone? Come spingere le persone a pensare altrimenti all'ineguaglianza e le conseguenze dell'ineguaglianza in termini di salute, istruzione, gelosia, tasso di criminalità, e così via?
Poi c'è la lacuna nei desiderata. Come portiamo la gente a vedere diversamente quello che vuole veramente? La definizione di Rawls, il suo modo di vedere il mondo, l'approccio alla cieca, esclude la motivazione egoistica. Come lo applichiamo a un livello superiore su scala più vasta?
Infine, abbiamo anche una lacuna nell'azione. Come possiamo fare qualcosa per queste cose? Parte della risposta sta nel pensare alle persone come giovani e bambini che non hanno molta indipendenza, perché la gente è più disposta a farlo. (...)
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