L’oratore seguente cominciò a prendersela con gli schiavi. In democrazia, è chiaro, sono soprattutto loro ad approfittarsene: e non bisogna farla finita?
«Ancora un po’ e in questa città saranno gli schiavi a comandare! Oggi se per la strada molli un ceffone a uno schiavo, subito senti borbottare: nemico del popolo! Ma che differenza c’è fra uno schiavo e un disgraziato che ha venduto i figli, e che venderebbe la città per una dracma? Li incontri per strada e non li distingui!»
Un altro intervenne senza aspettare che la coppa finisse di fare il giro e gli venisse data la parola. «E ci fosse uno che per la strada cede il passo a chi è migliore di lui. Macché, tirano dritto! Se continua la democrazia, finirà che neanche un asino ti lascia il passo!»
Un altro non volle essere da meno.
«E le donne? Vanno per la strada col velo, mogli di pezzenti che non sanno cosa mangeranno la sera, ma ti guardano male: sono cittadine, loro!»
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