che avremmo fatto buon uso
della nostra sventura:
poi il mondo si è fatto di colpo piccolissimo,
ognuno si è rinchiuso dentro la sua smania.
E così ho il cuore da giorni aggrovigliato,
non vedo e non credo più a niente
che non sia furore, penso al grido
di Ciccio Ingrassia sull'albero di Amarcord:
voglio una donna.
Ma ora qui neanche quello,
lamentele seriali sul governo
o sul mondo, piccole parole segnaposto
per dire che ci sono anch'io,
come se non sapessimo
che neppure la nostra morte
ormai può emozionare qualcuno.
Il mondo è morto e il virus
non poteva resuscitarlo.
Bello però che oggi il cielo
cambia aspetto ogni minuto,
tra un respiro e un altro
spunta una foglia.
Insomma, fuori dell'umano
c'è vita e il vento non soffia
più per noi, la natura ci ha già messo
da parte, nessuno di noi
sa tessere la trama che sa fare
un ragno.
I morti che non abbiamo pianto
non torneranno.
*** Franco ARMINIO, poeta, scrittore, 'paesologo', Il mondo è morto, facebook, 29 aprile 2020, qui e 'il Fatto Quotidiano', 30 aprile 2020, qui
Franco Arminio, qui
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