lunedì 13 gennaio 2020

#SGUARDI POIETICI / La permanenza (Czesław Miłosz)

Accadde in una metropoli, non importa il paese, la lingua.
Molto tempo fa (sia benedetto il dono
di trarre racconti da una sciocchezza
per strada, in auto – annoto perché non si perda).
Ma forse non fu una sciocchezza, era un affollato caffè notturno,
in cui si esibiva ogni sera una nota cantante.
Sedevo con altri nel fumo, nel tintinnìo dei bicchieri.
Cravatte, divise di ufficiali, scollature femminili,
la musica selvaggia di quel folclore montano.
E quel canto, la sua gola, uno stelo pulsante,
indimenticata per tutti questi anni,
il moto della danza, il bianco della pelle ed i capelli neri,
e immaginare come odorava il suo profumo.
Cos’ho imparato, che cosa ho conosciuto?
Stati, costumi, esistenze, è passato.
Nessuna traccia di lei, di quel caffè.
Con me soltanto la sua ombra, la fragilità
e la bellezza, sempre.

*** Czesław MIŁOSZ, 1911-2004, poeta e saggista polacco, premio Nobel per la letteratura nel 1980, La permanenza, da Le regioni ulteriori, in Czesław Miłosz, La fodera del mondo, Fondazione Piazzolla, Roma, 1966, traduzione di Valeria Rosselli, in 'poesiainrete.com', 4 gennaio 2020, qui


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