domenica 19 gennaio 2020

#SENZA_TAGLI / Dove si può fare cultura? (Vera Gheno)

Dove si può fare cultura?

Nei libri, certo. E nelle riviste scientifiche. Nelle accademie e negli enti di ricerca. Ai convegni e ai congressi. A scuola e nelle università. Nei panel, con gli speech e le conferenze, ma anche con i poster.

Non dimentichiamo workshop, masterclass,TED e TEDx, tavole rotonde, elevator pitch e laboratori. Summer school e winter school, master e corsi. La televisione e la radio.

Si può fare cultura su Facebook, Instagram, Twitter, TikTok, Snapchat, Telegram, Youtube, Quora e gli altri social che ho dimenticato. Sui siti web, nei blog, con i podcast, sui quotidiani. Nelle riunioni carbonare tra amici, a una cena, al pub, al bar, a letto. Per strada, in casa, in biblioteca, nei musei, tramite i fumetti, le lettere, le email. In treno e sugli autobus. Con i volantini, gli adesivi, le figurine. In edicola e in libreria. Al supermercato e dal verduraio. Nella sala d'aspetto del dentista. In ospedale. In chiesa. In un bosco.

Il punto, a mio avviso, non è tanto dove siamo, in quale contesto, su che piattaforma, ma con chi e come ci mettiamo in relazione.

Secondo me, si può far cultura - o succhiare cultura - ovunque. Penso che fare gli schizzinosi e ritenere che ci siano dei recinti circoscritti dentro i quali è possibile, anzi lecito, farlo, magari solo nelle forme codificate, "giuste", sia il più grande sgarbo che possiamo fare alla cultura stessa.

[Nessun anglismo è stato maltrattato nello scrivere questo post e ognuno di loro è usato volontariamente.]

*** Vera GHENO, sociolinguista, facebook, 9 gennaio 2020, qui


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