martedì 11 giugno 2019

#SGUARDI POIETICI / Quelle maledette parole (Massimo Ferrario)

Quando uno è stanco della vita
non lo deve dire neppure a se stesso
nel chiuso del bagno di notte a luci spente
perché sono parole che suonano
retoriche artificiose stucchevoli 
e nessuno ci crede
neppure tu che le pensi ci crederesti
se non fossi tu a pensarle
e comunque anche a te viene da dire
di piantarla di fare la lagna
- e pensi che sono solo parole che ti piace ripetere
per farti coccolare dalle tue solite crisi
e sentirti importante al tuo ombelico -
e allora quelle maledette parole 
ti impedisci di dirle 
e te le ricacci in gola 
e non le dici.

Ma loro,
le maledette parole che dicono che sei stanco della vita,
restano lì a fermentare dentro di te
pure nel chiuso del bagno di notte a luci spente
e tu le ascolti anche se non le dici
e senti il male che ti fanno
- male vero che fa vero male -
e tu lo sai
che non c’è nessuna retorica vittimistica
e che ciò che provi è semplicemente impotenza disperante
ed è questo tormento che getteresti nella tazza del gabinetto
e tireresti subito l'acqua
per essere sicuro di averlo mandato via,
anche se tutta la tua sofferenza
resterebbe intatta perché loro, 
le maledette parole che dicono che sei stanco della vita,
non se ne andrebbero via
e tu lo sai che sei tu tu-solo-tu che te ne dovresti andare via
dopo esserti gettato
- se solo fosse possibile - 
 dentro quella tazza del gabinetto
- maledetta benedetta - 
e aver tirato la catena

finalmente
definitivamente.

*** Massimo Ferrario, Quelle maledette parole, 2015-2019, inedito per Mixtura


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