mercoledì 6 febbraio 2019

#SGUARDI POIETICI / E ci scordammo le ali (Massimo Ferrario)

E il demagogo guardò noi: 
e come in uno specchio 
lui vide riflessi
     noi in lui.

E noi guardammo il demagogo: 
e come in uno specchio 
noi vedemmo riflesso
     lui in noi.

Fu il cortocircuito dell'odio 
fu la carezza del rancore 
fu il conforto del disprezzo:
     verso chi sta peggio.

Fu il miele versato sulle ferite doloranti
fu lo zucchero profuso sulle bocche rinsecchite
fu il farmaco spacciato per terapia e lenimento:
     per chi sta male e vorrebbe stare meglio.

Venne fatto credere,
e si credette,
che questo bastasse per stare meglio:
     prendersela con chi sta peggio

Coccolati e protetti dall'ossessione
rassicurante del 'prima noi'
e galvanizzati dagli insulti infuocati
vomitati verso gli 'altri', 
disumanizzati solo perché diversi da 'noi',
ci destinammo  
- ripiegati e disanimati,
incattiviti e ormai soltanto orgogliosamente cattivi -
ad una cattività feroce,
     ognuno prigioniero della prigione del suo io.

E ci scordammo le ali per volare,
quelle che gli umani hanno scolpite nell'anima:
per non essere le bestie che non siamo
e ogni giorno faticosamente provare 
     a essere uomini umani uguali a uomini.

*** Massimo FERRARIO, E ci scordammo le ali, inedito, febbraio 2019per Mixtura


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