Leggo sulla stampa che in rete sono piovuti insulti a Maria Elena Boschi, promossa sottosegretario della presidenza del Consiglio, in barba all'impegno solenne, da lei assunto spontaneamente, di abbandonare ogni ruolo e abbandonare la politica in caso di vittoria del No al recente referendum costituzionale.
Francamente non ne ho visti. Ma non fatico a crederlo.
E per parte mia, come sempre, disapprovo: un conto sono le critiche, anche dure (e per quanto mi riguarda, nelle mie prese di posizione, non faccio sconti a nessuno) e un conto sono gli insulti.
Vorrei però anche che i 'grandi giornalisti' sedicenti indipendenti, e di fatto da sempre 'cerchiobottisti', capissero che comportamenti così smaccatamente sfrontati e protervi da parte dei politici, usi a non mantenere la parola data, sono né più né meno equiparabili a insulti verso i cittadini.
Insulti irridenti e violenti.
Di fatto sberle in faccia sempre meno metaforiche a chi è fuori dalla stanze del potere.
Nel mio piccolo osservo la realtà: si vede, e ancor più 'si sente', che sta crescendo, ogni giorno che passa, un moto di rabbia e rivolta generalizzato.
Temo che questo tipo di politica, sempre più sconcia e sempre meno capace di essere Politica, stia scherzando col fuoco.
Finora le piazze si sono limitate a registrare manifestazioni nonviolente di protesta.
Mi auguro, ovviamente, che questo continui: ma ognuno ricorda il detto della nonna a proposito della corda, che se troppo tirata, si spezza.
Mi sembra che quella soglia sia più che prossima.
*** Massimo Ferrario, Insulti, 'facebook', 14 dicembre 2016, qui
*** Massimo Ferrario, Insulti, 'facebook', 14 dicembre 2016, qui
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