sabato 12 dicembre 2015

#SENZA_TAGLI / Lo sbancato (Massimo Gramellini)

Di fronte ai miasmi della finanza tossica che spingono i risparmiatori più fragili al suicidio, il presidente dell’Abi non può continuare a dire: chi si sente danneggiato vada dai carabinieri. Uno va dai carabinieri per difendersi dai ciarlatani, non dai banchieri, e si spera che le due categorie non siano sinonimi, almeno per il presidente dell’Abi. Nell’immaginario collettivo le banche conservano una dimensione umana che sfugge ai ragionamenti algidi di una classe dirigente sganciata dal mondo reale. Il mondo reale è composto da persone semplici che assomigliano al signor Luigino. Persone che entrano in banca come in ospedale: con la speranza e la necessità di fidarsi. I soldi e la salute sono i loro pensieri fissi e li consegnano a professionisti che ritengono in grado di prendersene cura.  

In un rapporto così sbilanciato il medico dei soldi ha il dovere di mettersi nei panni del paziente e consigliargli una terapia adeguata. Non basta trincerarsi dietro le formulette burocratiche e i contratti scritti in lillipuziano per lavarsene le mani, dal momento che «il cliente sapeva». Certo che il cliente Luigino sapeva di correre dei rischi. Ma poiché non aveva gli strumenti per valutarli e forse neanche per rendersene conto, andava indirizzato diversamente. Invece gli hanno fatto firmare delle carte in cui sgravava la banca da ogni responsabilità. E lui le ha firmate, perché a un certo punto sprofondi dentro un meccanismo infernale da cui non sai come uscire se non immergendoti sempre di più. Eppure il compito di una banca resta difendere i soldi degli altri. Altrimenti non è più una banca, ma una banda. 

*** Massimo GRAMELLINI, giornalista, scrittore, Lo sbancato, 'La Stampa', 11 dicembre 2015, qui

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2 commenti:

  1. Ciao Massimo, "chiamo" Mr G a supporto, ha due cose da dire al riguardo della "banda":
    "E pensare che basterebbe pochissimo. Basterebbe spostare a stacco la nostra angolazione visiva. Guardare le cose come fosse la prima volta. Lasciare fuori campo tutto il conformismo di cui è permeata la nostra esistenza. Dubitare delle risposte già pronte. Dubitare dei nostri pensieri fermi sicuri, inamovibili. Dubitare delle nostre convinzioni, presuntuose e saccenti. Basterebbe smettere una volta per tutte, di sentirsi sempre delle brave persone. Smettere di sentirsi vittime delle madri, dei padri, dei figli, mariti, mogli... quando forse siamo vittime soltanto, della mancanza di potere su noi stessi. Basterebbe smascherare, smascherare tutto. Smascherare l'amore, il riso, il pianto, il cuore, il cervello. Smascherare la nostra falsa coscienza individuale. Subito. Qui e ora." (estratto da Una nuova coscienza G. Gaber).

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  2. Grazie, Barbara.
    E grazie sempre al grandissimo Gaber...

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