Le risorse sono mezzi. Strumenti. Possibilità.
Sono al servizio di chi ha il potere di servirsene.
Sono usabili o non usabili a seconda del bisogno.
Dunque sono oggetti.
E gli oggetti non hanno diritti. Solo doveri.
In quanto appunto risorse, principalmente il dovere di essere ben impiegate. Non sprecate. Ottimizzate.
Per questo parlare di ‘risorse umane’ è un insulto. Agli esseri umani.
Inviargli una email o un whatsapp per comunicargli il licenziamento è un atto di gentilezza.
Incongrua, peraltro.
Perché l'usa-e-getta è compreso nel prezzo.
Se non servi più, logico che ti getto via.
Se non lo facessi, poiché conta solo il risultato economico, sempre da massimizzare in forma di profitto, peccherei di inefficacia e di inefficienza.
Se non lo facessi, poiché conta solo il risultato economico, sempre da massimizzare in forma di profitto, peccherei di inefficacia e di inefficienza.
Non ‘un’ peccato, ma ‘il’ peccato mortale di qualunque management che tale voglia essere: funzionale a chi l'ha comprato.
Agli oggetti non si mandano email.
Se lo faccio è solo perché ho ancora, nonostante tutto, un residuo di (ipocrita) 'bon ton': imparato negli infiniti seminari (di una volta) sulla gestione delle 'risorse umane'.
Pare che quello di questi tempi si chiami (anche, talvolta) 'capitalismo compassionevole'.
E' la conferma che mai l'aggettivo è in grado di mutare il sostantivo: può attenuare, ammorbidire, manipolare, facendo credere che una parola possa trasformare un dato di realtà. Ma la realtà, se non la cambi con comportamenti, azioni, valori che la combattono, resta quella che è.
Vergogniamoci: per come abbiamo consentito di venire ridotti.
Rinunciando ad essere 'persone'.
Fornite di dignità. Erette. Verticali.
Neppure più 'pedine'. Solo rifiuti.
*** Massimo Ferrario, Risorse umane e capitalismo, per 'Mixtura'
Condivido pienamente, soprattutto l'invettiva finale
RispondiEliminaCapitalismo compassionevole...
RispondiEliminaChe bell'ossimoro