né accadrà.
Per tal ragione si nasce senza esperienza,
si muore senza assuefazione.
Anche agli alunni più ottusi
della scuola del pianeta
di ripeter non è dato
le stagioni del passato.
Non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
né due baci somiglianti,
né due sguardi tali e quali.
Ieri, quando il tuo nome
qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.
Oggi, che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos’è?
Forse pietra, o forse fiore?
Perché tu, malvagia ora,
dài paura e incertezza?
Ci sei — perciò devi passare.
Passerai — e qui sta la bellezza.
Cercheremo un’armonia,
sorridenti, fra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d’acqua.
*** Wisława SZYMBORSKA, 1923-2012, poetessa e saggista polacca, premio Nobel per la Letteratura nel 1996, Nulla due volte, traduzione di Pietro Marchesani, da Appello allo yeti, 1957, Libri Scheiwiller, 2009. Segnalata in 'poesiainrete.com', 11 ottobre 2018, qui
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